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Nuovi ruoli per l’hôtellerie

Nuovi ruoli per l’hôtellerie


Nuovi ruoli per l'hôtellerie

“Quello alberghiero è uno tra i tanti settori colpiti dalle difficoltà del momento e paralizzato nell’incertezza del domani. Ci si trova ad un bivio: che sia necessario un cambiamento, è ovvio a tutti, così come è cambiata la vita delle persone, le abitudini, le relazioni. Ma bisogna definire la strada da seguire: l’hôtellerie è chiamata ad un percorso verso il futuro, senza possibilità di guardarsi indietro. Chi resta fermo, esce dal mercato.
La necessità di rinnovarsi nel corso degli ultimi anni è rimasta sospesa nell’aria, come un’urgenza da scacciare finché possibile: siamo consapevoli che il patrimonio alberghiero italiano ha bisogno – da anni – di una riqualificazione che gli permetta di riprendere le quote di mercato da cui si è allontanato a beneficio di competitors internazionali, più al passo con i tempi e con le esigenze degli ospiti globali di oggi. E ora siamo chiamati a decidere da che parte stare.”

Sono le parole di Stefano Pediconi, Hotel Stylist, architetto specializzato in progettazione alberghiera e di centri benessere e blogger di settore che, in un momento in cui l’attenzione generale si fossilizza sui problemi del momento, ci ha incuriosito per la voglia di focalizzarsi su obiettivi diversi e non convenzionali, che tracciano un percorso attraverso il quale l’hôtellerie possa guardare avanti con fiducia.


In particolare, ti abbiamo sentito parlare di nuovi ruoli per gli hotel, in un settore chiamato a cambiare non solo nella risposta da fornire agli ospiti a garanzia della loro sicurezza, ma in un contesto molto più ampio ed articolato, che permetta di creare nuove opportunità sul mercato.

Gli hotel hanno bisogno di rinnovarsi e non intendo solo dal punto di vista architettonico. È necessario cambiare mentalità e modo di affrontare il mercato – sempre più dinamico – e, questo, già da un po’ di tempo. Le problematiche in cui stiamo vivendo in questo momento hanno solo accelerato un processo fisiologicamente necessario.
C’è un’evoluzione in tutto, e così anche il modo di fare-albergo è cambiato nel corso dei tempi: un hotel è chiamato a dare risposte concrete e diverse ai propri ospiti, le cui esigenze cambiano sempre più repentinamente.
Per fare questo, è necessario guardare l’insieme in maniera decisamente non convenzionale: nuovi ruoli professionali e un nuovo approccio che integri tutti i comparti di un hotel nella formazione di un’unica grande squadra di lavoro, garanzia di riuscita a livello imprenditoriale.

A tal proposito, ci puoi parlare della figura dell’Hotel Stylist?

Lavoro da oltre 20 anni come progettista negli hotel ma ad un certo punto ho sentito l’esigenza di differenziare una professione tecnica – come quella dell’architetto – dall’approccio più globale ed interdisciplinare di cui l’hotel si trovava ad aver bisogno. Ho introdotto, pertanto, la figura dell’Hotel Stylist ed una “metodologia” nuova che integri agli aspetti specificatamente tecnici, competenze di marketing, comunicazione, strategie di vendita, pianificazione, ecc.
Per rappresentare un valido strumento di business, è necessario che l’Hotel Stylist parli la stessa lingua dell’imprenditore, con il quale deve creare una sinergia volta al comune obiettivo della crescita dell’attività.

In pratica, che differenza riscontriamo tra i lavoro dell’architetto e l’approccio dell’Hotel Stylist?

Da sempre, l’architetto è considerato troppo legato all’immagine piuttosto che alla sostanza di un’attività ben più articolata, come quella alberghiera. E, ahimè, la visione spesso parziale del professionista che conosce l’hotel solo vedendolo “da ospite”, è una delle principali cause dei dubbi degli operatori.
Per essere un valido strumento di lavoro in hotel, il progetto deve coinvolgere tutti gli aspetti in gioco: deve rappresentare uno strumento per una migliore vendita, importante freccia all’arco di chi si occupa del marketing dell’hotel o forte argomento nella comunicazione al mercato.
Per questo motivo, è necessario uno studio che non si limiti alla distribuzione di spazi e allo studio dell’immagine.

L’approccio dell’Hotel Stylist, pertanto, parte da molto più lontano, dall’identità dell’hotel. Un albergo che non abbia ben chiaro come differenziarsi e non sappia qual è la propria caratteristica di unicità, non sopravvive sul mercato. E, purtroppo, è un concetto non così tanto scontato e ovvio quanto possa sembrare!
Dopo aver sviluppato un concept, è importante stabilire la direzione verso cui andare, elaborando una visione (anche a lungo termine) con l’approfondimento di tutti gli obiettivi in gioco.
Solo grazie a questo è possibile stabilire un percorso, tanto importante quanto l’obiettivo finale, in cui si andranno a valorizzare i punti di forza ed eliminare le criticità, un passo alla volta e – cosa da sottolineare – secondo i budget a disposizione.

Dal punto di vista operativo, come è possibile procedere secondo quest’analisi, per capire dove e come intervenire in una struttura?

È un bellissimo lavoro sulla percezione di qualità dell’ospite: cosa è importante dal momento in cui entra in un hotel, nella hall, in una camera, quando vive gli spazi comuni o usufruisce dei vari servizi? Come valuta la qualità di una struttura?
Attraverso questo parametro, diventa possibile fissare le priorità, altra fase fondamentale del lavoro dell’Hotel Stylist.
Quest’analisi si può spingere molto a fondo, come abbiamo fatto grazie ad un interessantissimo studio di neuromarketing svolta per la prima volta in Italia su un hotel, attraverso una serie di importanti collaborazioni: con la misurazione delle emozioni di un campione significativo di ospiti, abbiamo ricevuto una valanga di dati attraverso i quali è stato possibile individuare i punti deboli di una struttura, esattamente quelli su cui lavorare per migliorare la percezione di qualità dell’ospite.

Entrando nel concreto, questi nuovi ruoli sono sostenibili economicamente per l’imprenditore oppure rischiano di gravare sulle spese di un hotel, già particolarmente importanti, soprattutto in questo momento di emergenza?

Approfitto, intanto, per sottolineare che, dal punto di vista economico, l’approccio come sopra descritto è una grande opportunità per non restare fermi sul mercato ad aspettare senza fare, però, il salto più lungo della gamba: non si tratta di costo pari a zero, ma di spendere quanto stabilito, senza la paura di dover ristrutturare completamente nel caso non vi fossero i mezzi economici per farlo.
La sfida progettuale è capire cosa e come fare, in virtù degli obiettivi, affinché venga preservata la coerenza dell’insieme (come immagine, come identità, funzionalità, ecc.) anche se si procede a piccoli passi.

Tornando espressamente alla domanda, una volta definiti concept e obiettivi, il lavoro si può configurare come una semplice consulenza, un affiancamento dell’Hotel Stylist al team dell’albergo: in questo modo, ogni intervento (compresi gli adeguamenti che ci troveremo a dover fare per rendere sicuro l’hotel) può essere studiato all’interno di una pianificazione e una strategia che coinvolga tutti i comparti.
L’Hotel Stylist diventa garante che qualsiasi cosa venga realizzata rientri all’interno della visione pianificata. Più propriamente, parliamo di “direzione artistica” come lavoro di supporto all’hotel.

La “direzione artistica” è un lavoro che, nei settori più disparati (musica, spettacolo, edilizia, ecc.), può essere interpretato in diverse maniere. Come configurarlo nell’ambito dell’hotel?

Il compito della direzione artistica è dettare le linee guida avendo ben chiaro il concept generale. Succede così nello spettacolo, a teatro o in televisione o al festival di Sanremo, l’esempio forse più noto a tutti, in cui il direttore artistico stabilisce l’indirizzo intorno al quale si svolgerà l’intera manifestazione, oppure a XFactor, in cui organizza le performance sulle indicazioni dei giudici e delle canzoni scelte, preservando lo spirito caratteristico della trasmissione.

In hotel è la stessa cosa: stabilita l’idea, la strategia e la pianificazione, la direzione artistica è la prestazione professionale che permette di realizzare gli interventi preservando la coerenza dell’hotel.
Si decide di fare alcuni interventi nella hall? Nelle camere? Nel ristorante? Si individuano le priorità e si procede con l’obiettivo di avvicinarsi – passo dopo passo – alla visione definita con gli obiettivi, senza il rischio di uscire fuori strada.
Pensiamone l’importanza soprattutto in questo momento in cui siamo chiamati ad adeguare le strutture: vogliamo riempire gli hotel di colonnine per il disinfettante e strisce adesive a terra o vogliamo studiare i vari elementi, integrandoli in modo che non venga snaturata l’eleganza e l’identità dell’albergo?

Non lasciamoci spaventare da percorsi diversi da quelli a cui siamo abituati. Non possiamo procedere se non cambiamo gli schemi mentali consolidati nel tempo, perché il mondo si è evoluto: il concetto è semplicissimo per chi vuole affrontare il futuro dell’hotel con occhi e strumenti nuovi, insoliti ma, proprio per questo, quelli giusti per fornire una risposta concreta alle esigenze degli ospiti che cambiano più velocemente di quanto possiamo immaginarci.


Stefano Pediconi
Stefano Pediconi, artista, architetto, blogger – designer e hotel stylist, specializzato in progettazione di strutture ricettive, SPA e centri wellness. “Spacciatore di idee”, sono appassionato del mondo alberghiero e studioso delle tendenze del settore, recepite nell’attività di ricerca e di progettazione orientate all’ideazione di concept innovativi, con un nuovo approccio volto ad approfondire tutti gli aspetti culturali di benessere e ospitalità.
Visionario, affascinato dall’architettura, sono sempre alla ricerca di nuove opportunità per dar sfogo alla mia anima creativa

Blog: www.hoteldesign.org
Sito web: www.stefanopediconi.it
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