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La formazione manageriale post pandemia

La formazione manageriale post pandemia


La formazione manageriale post pandemia

La formazione degli adulti, oggetto di studio da parte dell’andragogia, si evolve e risente dei cambiamenti storico-culturali che permeano la vita dell’individuo.

In questi ultimi anni la pandemia di Covid-19 ha avuto un grandissimo impatto sulle vite di tutti noi e anche il mondo della formazione ha dovuto adeguarsi ai diversi bisogni delle persone che la richiedono.

A tal proposito, è molto interessante l’articolo scritto da Gianni Rusconi sul Il Sole 24 Ore dal titolo La formazione manageriale pre e post pandemia: cosa è cambiato, in meglio.

 

Ciò che oggi è maggiormente cambiato rispetto al passato, per quanto concerne i richiedenti formazione, è la prospettiva temporale. Se prima si apprendeva in vista di un probabile futuro in cui quelle nozioni sarebbero potute essere applicate, oggi la volontà è quella di sperimentarle qui ed ora.

Altro fattore di cambiamento è il digitale.

I percorsi di formazione passano sempre di più per aule virtuali interaziendali, mescolando armoniosamente elementi di digital learning, interazione umana e apprendimento on the job. Si evince come anche l’e-learning stia subendo una vera e propria evoluzione, lasciandosi alle spalle la modalità di apprendimento in “solitaria”.

 

Ulteriore spunto di riflessione sul rapporto tra formazione e digital, lo offre il CEO di Cegos, Emanuele Castellani. Parlando di My Story, sottolinea l’importanza del connubio tra video ed esperienze immersive. My Story, per esempio, permette l’immersione reale nell’esperienza che vive un manager mentre si destreggia tra meeting, colleghi e obiettivi da raggiungere. 

 

I punti di forza di questa metodologia?

  • fruizione immediata dei contenuti tramite i video;
  • viene richiesto un feedback costante al partecipante che lo porta a immedesimarsi nella situazione proposta.

 

In conclusione, nell’articolo succitato, si parla della maggior predisposizione alla formazione da parte dei manager della generazione Z. Perché? “È ben consapevole che la vita professionale che lo aspetta sarà un alternarsi di esperienze in cui a fare la differenza saranno le competenze”. Ad un posto di lavoro ben pagato e carente in termini di formazione ad uno invece, in cui le esperienze formative sono variegate, viene preferito quest’ultimo.

Aziende, ascoltate i bisogni dei vostri dipendenti e preparateli ad essere i leader del futuro, per il loro ed il vostro successo!


Michela Cremona

HR Recruiter

 

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